Empowerment e sorellanza: la Narnia del mondo femminile
Basta fare un giro sui social, o sfogliare qualche magazine per rendersi conto che parole come empowerment e sorellanza sono diventate il pane quotidiano della comunicazione al femminile.
Sempre più donne spronano le altre ad attivare un circolo virtuoso di sostegno reciproco allo scopo di agevolare l'emancipazione femminile, per la quale ancora tanta strada c'è da percorrere L'idea di fondo è che percorrerla insieme sia meno faticoso e più produttivo.
Per quanto io non ami le distinzioni di genere e ritenga che se una persona merita di essere sostenuta, poco importa che sia uomo o donna, mi rendo conto che per ragioni complesse, che meriterebbero pagine e pagine di dissertazioni, noi donne paghiamo ancora pesantemente lo scotto di un retaggio storico e culturale che ci ha per secoli discriminate ed emarginate.
Ecco perché sono una convinta sostenitrice dell'importanza di appoggiare spronare e aiutare le altre donne, in modo reale e concreto.
Materialmente con azioni concrete, tangibili che si traducono in gesti a volte semplici che però hanno un grande valore per chi li riceve.
Se una donna ha un profilo social che utilizza per promuovere la propria attività, ad esempio, un SEGUI, può essere preziosissimo, un LIKE su un post o un COMMENTO, sono un piccolo patrimonio che concorre a implementare la visibilità, che oggi è fondamentale per dare respiro a un progetto, a un'impresa e consentirgli di realizzarsi ed espandersi.
Se una donna ha aperto una attività sarà di fondamentale importanza farla conoscere, aiutarla a promuovere il suo business attraverso il passaparola o con una recensione positiva, promuovere il suo business attraverso la divulgazione di quelli che sono la sua mission e i suoi valori. Se una donna si imbarca in un'impresa per la quale le può essere utile qualcuna delle tue competenze, forniscigliele.
Condividere il sapere e il saper fare equivale ad investire i propri talenti, perché il successo di una è il successo di tutte e credo anche che la rivincita di una sia la rivincita di tutte.
Ciò che ognuna di noi sa e sa fare è assolutamente complementare a ciò che sanno fare le altre, incrociando le competenza si possono tessere trame così resistenti da reggere gli urti di una società che cambia con una lentezza che la nostra voglia di riscatto non può permettersi.
Il sostegno materiale alle donne può tradursi anche in supporto logistico, del tipo "TI ACCOMPAGNO", "TI PRESTO L'AUTO", "TI OSPITO", i social ormai hanno reso la geografia un incidente, ci si conosce e si interagisce con persone sparse ovunque nel globo terraqcueo, quindi perché no, rendersi disponibili se serve un punto d'appoggio a chi è distante o transita dalle nostre parti. Offrirsi di fare da tramite con realtà locali che possano essere utili.
Moralmente invece il supporto alle altre donne è una questione tanto delicata, quanto urgente, a mio avviso.
Perché passa attraverso una rivoluzione culturale in grado di debellare quella strisciante tendenza delle donne a CRITICARE le altre donne. Per l'aspetto, per come gestiscono le proprie relazioni o per come educano i propri figli, per la carriera che scelgono e per come la perseguono, per il rapporto che hanno con sé stesse o per come spendono i propri soldi.
Credo che il primo tipo di supporto morale possa essere proprio quello di non arroccarsi il diritto di sindacare le scelte delle altre. Da qui a pioggia una serie di azioni di sostegno morale quasi fisiologiche, ad esempio a fronte di un momento di crisi sentimentale accogliere lo sfogo di un'altra donna senza cadere nel "TE LO AVEVO DETTO" o peggio "CERTO CHE SE L'È ANDATA A CERCARE" o gioire del suo successo in campo lavorativo e non, raccontandolo come fosse il proprio, anziché inciampare nella becera invidia o ancora essere in grado di esserci non quando non abbiamo di meglio da fare, ma quando necessita all'altra che noi si sia presenti.
Il supporto morale è l'anticamera della sorellanza, di più ancora: è il plinto su cui erigere una sorellanza autentica e sincera.
Il modo migliore per attivare un sano supporto morale è pensare che io sono tutte le donne e tutte le donne sono me.
Ciò che viviamo ed affrontiamo nelle nostre vite, pur con le dovute differenze, è al 90% uguale per tutte, se non nella forma, almeno nella sostanza.
Ognuna di noi ha sperimentato almeno una volta nella propria esistenza la discriminazione di genere, ognuna di noi ha provato sulla propria pelle la "difficoltà" di essere donna in ambito lavorativo e questa difficoltà è stata amplificata per quelle di noi che hanno scelto di essere anche madri.
Quasi tutte ci siamo misurate con la necessità di dover giustificare socialmente la nostra libertà, rischiando di passare per egoiste, molte di noi si sono scontrate con il dover rivendicare la propria autonomia passando per arrivista, tante di noi si sono schiantare contro il pregiudizio della fragilità femminile, abbattendolo col rischio di passare per stronze.
L'elenco delle situazioni in cui 9 donne su 10 si sono trovate a dover espiare il proprio essere donna sarebbe infinito, ecco perché
è diventato il mantra in nome del quale io pratico attivamente la sorellanza, e vorrei che fosse l'egida sotto la quale ci muovessimo tutte compatte verso un futuro migliore per ogni singola donna di questo mondo, ovunque si trovi e qualunque sia la sua storia.